Negli ultimi anni, si è assistito a una crescita esponenziale di malattie veneree, soprattutto fra i giovani under 25. I dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) parlano chiaro, evidenziando che un adolescente su venti ogni anno contrae una di queste malattie. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, invece, nel nostro Paese sono oltre 100mila le richieste annuali di visite per le MST, ma non si hanno tuttavia dati perfettamente puntuali sul numero esatto di persone interessate.
- Malattie veneree cosa sono?
- Malattie sessualmente trasmissibili: un grave pericolo per la salute?
- Candida
- Clamidia
- Condilomi
- Epatiti
- Gonorrea
- Herpes genitale
- HIV
- Sifilide
- Tricomoniasi
Malattie veneree cosa sono?
Più conosciute come malattie sessualmente trasmissibili, le malattie veneree sono quelle patologie che si trasmettono per contagio diretto durante l’attività sessuale, inclusi i rapporti orali e anali.
Malattie sessualmente trasmissibili: un grave pericolo per la salute?
Le malattie veneree rappresentino un grave problema di salute pubblica, anche per le conseguenze che possono derivarne, tra cui infertilità, neoplasie e pericolose patologie croniche. Fortunatamente, la maggior parte delle MST possono essere curate, se individuate precocemente. È perciò fondamentale conoscerle, identificarne i sintomi e rivolgersi subito a uno specialista venereologo.
LA CANDIDA
La candida è un’infezione molto comune negli adolescenti che colpisce soprattutto il sesso femminile, poiché è provocata dal fungo Candida Albicans, abitualmente presente nella vagina. La candidia si trasmette soprattutto attraverso i rapporti sessuali, ma possono esserci altri fattori scatenanti, che permettono al fungo di proliferare provocando l’infiammazione e il fastidio.
Candida: le cause più comuni
Essendo una MST, prima tra tutte le cause, c’è un rapporto sessuale. Lo stesso partner può essere inconsapevolmente portatore di candidosi genitale e trasmetterla all’altro individuo, durante la fase virulenta del fungo. Tra le altre cause che concorrono allo sviluppo della candida ci sono:
- Terapia antibiotiche
- Diabete
- Indumenti troppo stretti e attillati che non permettono alla cute e alle mucose di traspirare, favorendo lo sviluppo di un ambiente caldo-umido, favorevole alla proliferazione di funghi e batteri.
Candidosi: i sintomi
Si manifesta con un arrossamento della mucosa vaginale e la produzione di secrezioni o perdite biancastre, a volte anche consistenti. Il tutto è accompagnato da prurito, bruciore, difficoltà e bruciore durante la minzione.
Candida: le cure più efficaci
Ai primi sintomi riconducibili alla candida è importante rivolgersi al dermatologo o medico, per individuare la terapia più efficace. Quando l’infezione si presenta in forma lieve, è possibile attenuare il prurito con una lavanda in acqua tiepida e bicarbonato. È poi possibile affiancare, creme antimicotiche che aiutano a risolvere il problema in breve tempo. Nei casi più gravi possono essere consigliati trattamenti con antibiotici per bocca.
CLAMIDIA
La Clamidia è un’infezione causata dalla Chlamydia trachomatis, un batterio che, nella donna, infetta la cervice, mentre nell’uomo l’uretra. La principale via di trasmissione è rappresentata dai rapporti sessuali, attraverso il contatto con le secrezioni delle mucose genitali o con lo sperma della persona infetta. Può essere inoltre trasmessa al bambino dalla mamma al momento del parto.
I sintomi della Clamidia in uomini e donne
Questa malattia venerea può rimanere latente e asintomatica durante il primo periodo di incubazione. Questo favorisce lo sviluppo indisturbato dell’infezione che può manifesta i primi sintomi della clamidia dopo settimane o mesi. Nelle donne sviluppa i seguenti sintomi:
- dolore nel basso ventre
- prurito e bruciore
- perdite vaginali bianco-giallastre
- bruciore in fase di minzione
negli uomini invece comprende i seguenti sintomi:
- dolore e gonfiore ai testicoli.
- Arrossamento del glande
- Perdite dall’estremità del pene
- Bruciore durante il passaggio delle urine.
Clamidia: diagnosi e cura
Può essere individuata attraverso un campione di urine o in alternativa vengono prelevati dei campioni dalla cervice della donna e dall’uretra dell’uomo, per essere analizzati al microscopio. La cura per la clamidia consiste in una terapia antibiotica per bocca.
Clamidia: una malattia venerea da non sottovalutare
La clamidia è un’infezione che può avere complicanze se non curata immediatamente. Nel caso delle donne può danneggiare le tube, portando a percentuali più alte di sviluppare infertilità. Negli uomini invece determina l’epididimite, un’infiammazione che colpisce la zona retrostante i testicoli, che determina dolore e gonfiore e a lungo andare sterilità.
CONDILOMI
I condilomi sono delle escrescenze rosee carnose che compaiono sulle mucose dei genitali, su quelle dell’ano, e più raramente sulle mucose orali, ossia in bocca. Sono molto contagiosi e sono provocati dal Papilloma Virus umano (HPV).
Condilomi come riconoscerli: i sintomi
Il virus contagia le pareti delle mucose genitali, favorendo escrescenze che solitamente sono indolori. In alcuni casi, possono però manifestarsi con bruciore, prurito e perdita di sangue. Se non trattati, i condilomi persistono e tendono a diffondersi rapidamente, aumentando di dimensioni. Esistono numerosi ceppi di Papilloma Virus: alcuni di essi, se non adeguatamente trattati, sono correlati al rischio di sviluppare tumori.
Le cure più efficaci per eliminare i condilomi
Non appena si sviluppano sintomi riconducibili ai condilomi è importante recarsi dal dermatologo. Le terapie suggerite per eliminare efficacemente i condilomi sono essere laser e diatermocoagulazione con radiofrequenza. Le sedute sono indolori e veloci, grazie all’applicazione di pomate anestetiche.
EPATITI
Alcune malattie veneree possono intaccare la salute del fegato incentivando la formazione di patologie come l’epatite B e l’epatite C.
L’epatite B
È scatenata dall’Hepatitis B Virus (HBV). Le principali vie di trasmissione sono sangue, sperma e liquidi vaginali. I sintomi caratteristici dell’epatite B possono esordire in modo più o meno grave e includono: affaticamento; perdita di appetito; nausea; febbre; dolori muscolari in corrispondenza del fegato; urine scure; feci chiare; ittero, ossia colorazione giallastra della pelle e degli occhi.
L’epatite C
L’Epatite C è causata dall’Hepatitis C Virus (HCV). Si trasmette principalmente attraverso contatto con il sangue, lo sperma e le secrezioni vaginali di individui infetti. L’Epatite C è spesso asintomatica, soprattutto negli stadi iniziali della malattia. Quando presentano i sintomi dell’Epatite C, risultano piuttosto vaghi, limitandosi a senso di nausea; mancanza di appetito; affaticamento fisico; intolleranza ad alimenti grassi e alcoli; e lievi dolori nell’area del fegato. Se non curata, l’Epatite C può cronicizzarsi, minando progressivamente la salute del fegato. Nelle fasi più avanzate, si riscontrano sintomi importanti come nausea, vomito, dolore addominale, febbre e prurito in varie parti del corpo.
Epatite B e C: cosa fare?
In questo caso è necessario monitorare la situazione con visite presso specialisti e strutture ospedaliere. Alcuni pazienti riescono a convivere con questa patologia per anni, osservando buone abitudini e trattamenti attraversi farmaci antivirali. In alcuni casi può essere consigliato anche il trapianto di fegato, se la salute generale del paziente non è compromessa.
GONORREA
La gonorrea è una malattia trasmissibile provocata da un batterio, la Neisseria gonorrhoeae, che si insedia nell’apparato genitale, provocando un’infiammazione dell’uretra nell’uomo, e della cervice e della vagina nella donna.
Gonorrea: sintomi uomini e donne
Nei pazienti uomini, come sintomi della gonorrea, si possono riscontrare difficoltà nell’emissione dell’urina e fuoriuscita di un liquido verdastro maleodorante. Nelle donne, invece, si possono verificare: perdite giallastre; bruciore vaginale; minzione frequente; prurito; gonfiore delle zone genitali.
Gonorrea: cura e diagnosi
I primi sintomi possono verificarsi entro le 12 ore dal contagio o anche dopo circa 10 giorni. Per la diagnosi corretta si preleva del muco dalla cervice e dall’uretra, con successivo esame al microscopio per evidenziare l’aggressività del batterio. La miglior cura per la gonorrea risulta essere un ciclo di antibiotici per bocca per circa 6-8 giorni.
Gonorrea: più a rischio sono gli uomini
La gonorrea può avere gravi effetti collaterali per la salute dell’uomo, generando sterilità se non viene identificata e trattata immediatamente. Mentre per le donne, la possibilità di sviluppare danni collaterali, accade solo nel caso in cui il batterio riesca a risalire fino alle ovaie.
HERPES GENITALE
Causato principalmente dal virus Herpes simplex di tipo 2 (HSV-2), l’Herpes genitale è molto contagioso e si manifesta con vescicole a grappolo che interessano le mucose genitali. Ulteriori sintomi dell’infezione da herpes genitale sono: arrossamento; prurito; bruciore.
Come individuare l’herpes genitale: i sintomi
Prima della comparsa di queste piccole bollicine è facile riscontrare sensazione di prurito e gonfiore localizzata nella parte destra o sinistra. Peculiarità di questo virus è di svilupparsi solitamente sempre nello stesso punto quando attacca le mucose genitali.
Herpes genitale: qual è la cura più efficace
L’Herpes genitalis è un virus che, anche in seguito a trattamento, rimane latente e può quindi ripresentarsi nei momenti in cui le difese immunitarie dell’organismo risultano più deboli, per esempio nei periodi di stress, di debilitazione o quando è in corso una semplice influenza. Quando compaiono i primi segnali di recidiva, la precocità dell’intervento è fondamentale per frenare e migliorare la sintomatologia dell’infezione. I rimedi più efficaci contro l’herpes genitale sono pomate e creme antivirali e nei casi più evidenti la somministrazione di farmaci antivirali per bocca.
HIV
L’HIV, acronimo di “Human Immunodeficiency Virus” ossia “Virus dell’immunodeficienza umana”, è un virus che aggredisce il sistema immunitario umano. L’infezione da HIV è inguaribile e si trasmette attraverso lo scambio di fluidi corporei infetti, nello specifico: sangue; liquido seminale; secrezioni vaginali; e latte materno. La saliva non è, invece, inclusa: perciò, è una falsa credenza che il contagio possa avvenire tramite il bacio.
Sieropositivo al virus dell’HIV
Quando presenti, i sintomi caratteristici dell’HIV sono: febbre; ingrossamento dei linfonodi; faringite; rash cutanei, dolore muscolare; piccole piaghe in bocca. L’HIV rappresenta il retrovirus dell’AIDS (Sindrome da Immunodeficienza Acquisita), ossia il suo agente responsabile. Nei pazienti affetti da Sindrome da Immunodeficienza Acquisita, il sistema immunitario non è capace di difendere l’organismo dalle malattie, e il processo degenerativo prosegue fino alla morte del malato, a causa delle cosiddette “infezioni opportunistiche”.
AIDS e HIV: le differenze
È fondamentale chiarire che HIV e AIDS non sono la stessa cosa, ma presentano delle differenze. Le persone che contraggono il virus dell’HIV, normalmente definiti “sieropositivi”, non sono malati di AIDS, anche se sono destinati a diventarlo in assenza di cure adeguate. Con una diagnosi tempestiva e una terapia seguita con attenzione, un individuo sieropositivo può quindi avere una speranza di vita indefinita, pur restando sempre portatore del virus. Solo quando il livello dell’infezione raggiunge una determinata soglia, la persona è considerata malata di AIDS.
HIV: la prevenzione
Per anni associazioni e organizzazioni sanitarie si sono battute per istruire ed educare giovani e adulti a intrattenere rapporti più sicuri e protetti. Nel, caso in cui il paziente sospetti di essere sieropositivo è necessario chiedere il consulto di strutture specializzate, per garantire non solo la salute propria, ma anche del partner. Inoltre, annualmente sono consigliati esami di controllo per verificare la salute dell’intero apparato genitale femminile e maschile.
SIFILIDE
La Sifilide è una malattia infettiva provocata dal Treponema pallidum, batterio che viene trasmesso tramite rapporti sessuali ma può anche essere passato dalla madre al feto, nel corso della gravidanza. Si tratta di una delle malattie a trasmissione sessuale più subdole perché, dopo i primi sintomi, rimane silente per poi ripresentarsi. Nel suo decorso, la sifilide segue uno schema tipico, evolvendo attraverso tre stadi.
Primo stadio
Segnale caratteristico dell’infezione è la comparsa nelle parti intime dei cosiddetti “sifilomi”, piccoli noduli duri e non dolorosi, che presentano un’ulcera piena di pus. Nelle zone in prossimità della lesione, si verifica anche un aumento di volume dei linfonodi. Come sintomi della sifilide al primo stadio, possono essere presenti mal di testa, febbre e indolenzimento delle ossa. L’ulcera scompare in poche settimane, in seguito alle quali il paziente sembra guarito, ma solo in apparenza. I sintomi possono riapparire dopo circa 3-4 settimane dal contagio.
Secondo stadio
Dopo un paio di mesi dalla scomparsa dei sifilomi, la sifilide si ripresenta con macchie color rosa salmone che si manifestano su tutto il corpo, interessando soprattutto torace, addome, braccia e glutei. Sul palmo delle mani e sulla pianta dei piedi possono anche comparire bolle non pruriginose che, rompendosi, lasciano la pelle desquamata. Le chiazze rimangono visibili per quindici giorni circa e indicano che la malattia si è diffusa. Le lesioni scompaiono poi da sole, anche se il malato non si è sottoposto ad alcuna cura. Superata questa seconda fase, l’infezione entra in uno stadio latente, durante il quale la sifilide al secondo stadio, può persistere senza sintomi, manifestandosi poi anche a distanza di molti anni. In questo caso i sintomi possono rimanere per circa 1-2 mesi dal primo contagio.
Terzo stadio
È la fase peggiore della malattia. I sintomi della sifilide al terzo stadio, possono colpire qualsiasi parte del corpo, anche se le zone più interessate sono generalmente il viso, l’area superiore del torace, le gambe e il cuoio capelluto. Altri organi colpiti sono il cuore e il sistema nervoso, con alterazioni della vista e della coordinazione dei movimenti che possono evolvere in una paralisi nelle ultime fasi della patologia.
Sifilide: cura e diagnosi
Sono richiesti determinati esami del sangue per comprendere lo stadio di questa malattia venerea. La miglior cura in caso di sifilide è la penicillina in dosaggi e tempistiche che dipendono dalla gravità della malattia. I rapporti sessuali sono da evitare fino alla completa guarigione.
TRICOMONIASI
L’infezione è causata da un microrganismo chiamato Thricomonas e si trasmette prevalentemente tramite rapporti sessuali vaginali o mediante il semplice contatto con la vulva di una partner infetta. Seppur con minore frequenza rispetto alla via sessuale, ci si può anche contagiare attraverso il contatto con biancheria intima infetta o nei bagni pubblici.
I Sintomi della Tricomoniasi
I sintomi dell’infezione della tricomoniasi includono: irritazione; bruciore diffuso a tutta la zona intima, che peggiora quando si urina o durante i rapporti sessuali; perdite giallastre o verdastre dall’odore intenso.
Cura e Diagnosi della Tricomoniasi
Per individuare la tricomoniasi si effettua un esame di laboratorio, prelevando con un tampone, un campione di perdite ed analizzandolo successivamente al microscopio. L’esperto consiglierà nella maggior parte dei casi, una cura con metronidazolo per attenuare la tricomoniasi che può comprendere un periodo di 6 o 8 giorni.