Cos’è il Pap Test
Inventato dal medico greco-americano GeorgiosPapanicolaou, dal quale ha preso il nome, il Pap Test è uno screening da effettuare per individuare precocemente tumori del collo dell’utero o alterazioni che potrebbero evolversi in tal senso.
Dalla sua introduzione e diffusione, il Pap Test ha consentito di ridurre drasticamente il tasso di mortalità nelle donne a causa del tumore alla cervice.
Chi deve effettuare il Pap Test
Essendo un test di screening per la diagnosi precoce di tumori al collo dell’utero, il Pap Test è consigliato a tutte le donne attive sessualmente, o in ogni caso di età compresa tra i 25 ed i 65 anni, anche se in perfetta salute.
Precisiamo che le donne in gravidanza, in menopausa, vergini, e quelle che utilizzano metodi contraccettivi come pillola e spirale, possono sottoporsi al test senza in alcun modo invalidarlo.
A cosa serve il Pap Test
Il Pap Test individua la presenza di un virus, il papilloma virus (HPV), la quale infezione, infatti, rappresenta uno dei principali fattori di rischio per il tumore della cervice.
Questo virus può essere contratto tramite rapporti sessuali non protetti, ecco perché si consiglia di effettuare il test quando la donna è attiva sessualmente, anche se di età inferiore ai 25 anni.
Purtroppo, anche l’utilizzo del profilattico non protegge al 100% dall’infezione, perché il contagio può avvenire anche attraverso il contatto delle parti non coperte dal preservativo.
Una attività sessuale intensa e il cambio di partner potrebbe rappresentare un rischio da non sottovalutare.
Per correttezza, e per non creare allarmismo ingiustificato, va detto che un’infezione da HPV non si evolve necessariamente in un tumore alla cervice.
La maggior parte delle donne che ha contratto questo virus, infatti, è riuscita ad eliminare l’infezione senza conseguenze.
Come si legge sul sito del Ministero della Salute, esistono circa 100 tipi di papillomavirus differenziati in base al genoma.
Alcuni sono responsabili di lesioni benigne come i condilomi (specie tipo 6 e 11), altri sono in grado di produrre lesioni pre-invasive(displasie) ed invasive, cioè il tumore della cervice uterina (specie tipo 16 e 18).
Come si effettua il Pap Test
Per effettuare il Pap Test viene utilizzato uno strumento, chiamato speculum, che consente di dilatare la vagina e procedere al prelievo di muco vaginale, tramite un tampone, dal collo dell’utero e dal canale cervicale.
Si tratta di un esame svolto durante una regolare visita ginecologica, di breve durata, non è doloroso, può semplicemente provocare qualche piccolo fastidio, simile a quello provato durante una visita interna.
Va detto, però, che le sensazioni provate durante il test variano di persona in persona.
In presenza di mestruazioni non è possibile procedere con il Pap Test, per questo si consiglia di fissare la visita ginecologica lontana dai giorni di ciclo.
È preferibile non avere rapporti sessuali nei due giorni che precedono il test e di evitare di assumere prodotti spermicidi, lavande, creme, gel, ovuli o schiume vaginali di qualunque tipo, se non strettamente necessario.
Non essendo invasivo, dopo il test si può tornare alla vita di prima senza nessuna controindicazione.
Va solo controllata l’eventuale presenza di perdite ematiche, da segnalare prontamente al proprio medico ginecologo.
In caso di esito negativo, il test va ripetuto ogni tre anni.
Il nuovo Pap Test
Il Ministero della Salute ha invitato le Regioni a promuovere anche un nuovo test di screening, che si basa sulla ricerca dell’infezione da papilloma virus ad alto rischio.
Il test, ed il relativo prelievo, è simile a quello previsto dal Pap Test, con l’unica differenza che è rivolto alle donne con un’età superiore ai 30 anni e va ripetuto ogni 5 anni.
Laddove il test risultasse positivo, la donna dovrà sottoporsi ad un Pap Test. Se anche questo fosse positivo, si dovrà procedere alla colposcopia.
In mancanza di alterazioni, si dovrà ripetere il test dopo un anno.
La Vaccinazione contro il Papillomavirus umano
È possibile somministrare un vaccino contro il papillomavirus umano, consigliato ed offerto gratuitamente ai bambini di entrambi i sessi, preferibilmente al raggiungimento del 12° anno di età.
Gli studi aggregati effettuati, infatti, suggeriscono che la vaccinazione contro il papillomavirus umano sia molto efficace nella prevenzione del tumore al collo dell’utero, soprattutto se somministrato prima dell’inizio dell’attività sessuale.
La vaccinazione contro il papilloma virus prevede due vaccini:
vaccino bivalente: protegge contro i tipi 16 e 18, ovvero, quelli in grado di causare le lesioni pretumorali;
vaccino quadrivalente: offre una protezione anche contro i tipi 6 e 11, quelli che causano il maggior numero di malattie di condilomi, escrescenze che compaiono nella zona genitale.
Anche se molto efficaci, i vaccini non devono in alcun modo sostituire altre forme di prevenzione, come l’utilizzo di profilattici ed i pap test periodici di controllo.